venerdì 13 dicembre 2013

Memorie(RAM) pascoliane

"Ora è la,come in croce...". Chi non conosce la celebre strofa pascoliana che tutti, almeno una volta, abbiamo dovuto ficcarci in testa negli anni più o meno remoti delle scuole elementari? A volte ritorna,quasi freudianamente,nei momenti più impensati,rinnovando la potenza espressiva che lustri di "mandate a memoria" avevano offuscato.
Come una mattina non molto lontana,alle 7, mentre aspettavo l'autobus davanti a un computer abbandonato al bordo del marciapiede : io avviata al lavoro, l'Acer (questa la marca dello sventurato) alla pattumiera. Le gocce di pioggia lo bagnavano pian piano,inargentando lo schermo simili a lacrime. Quello stesso schermo tenuto per anni (il vecchio "cassone" doveva aver visto parecchie primavere elettroniche )in una camera o sulla scrivania di un ufficio,rigorosamente protetto dal freddo e dall'umidità ; magari circondato da portapenne colorati o da pelouches.
Ora era lì,teso "verso il cielo lontano" ; mentre pareva quasi d'udire un rumorino, un flebile "bip-bip" che,soffocato dai rumori della strada, "pigolava sempre più piano".

               

                                         Passiflora triste per il povero Acer...
                               M

martedì 24 settembre 2013

D'autunno

Alle 9.42 era già autunno,sebbene le canottiere dei podisti sul lungofiume protestassero uno scampolo d'estate. Ma i colori non tradivano: l'ambra e l'oro di un'età in languida resa.
Con la testa leggera come un armadio in cambio di stagione,camminavo sulla via dei miei passi lungo il sentiero di acacie e betulle. Ho dato il pane alle anitre. Ho seguito il volo di un bombo in controluce. Mi sono seduta sulla riva, ma senza attendere - come nel proverbio cinese - di veder passare il cadavere del mio nemico,perché non ho nemici :ho rifiutato le richieste di inimicizia nel social network della mia anima,e cammino spedita.
All'attraversamento c'era un cagnetto al guinzaglio,e sembrava il Fortunadrago :le orecchie il pelo le zampe la coda,tutto uguale a Falkor,il soffice amico di Bastian ne La storia infinita . Anche il naso era quello,persino l'espressione bonariamente ironica. Gli mancava giusto la parola,e la parola era:"Già..". Già,i Fortunadraghi esistono,adorano inseguire palline, qualche volta fanno pipì nelle aiuole e parlano(di tanto in tanto) solo alle persone felici.

                          

                                              Wizzy e Passiflora in gita a Fantàsia

                                 

martedì 17 settembre 2013

Stelle amanti

Albireo,ovvero l'occhio di quel Cigno che da millenni fronteggia Pegaso,spiegando le ali al vento siderale. Sembra un'unica,chiarissima stella,invece, puntando il telescopio, ne svela due ; la più grande rossa, l'altra di un bel blu cobalto. Una bizzarria del cosmo, perché normalmente le stelle gemelle hanno la stessa combustione, quindi il medesimo colore.
Queste però non sono gemelle, bensì amanti : attratte per chissà quale alchimia, rimangono vicine bruciando l'una per l'altra,ma ognuna a suo modo,per non rischiare di smarrire il colore dell'amata nel proprio,fino a non trovarlo più.
Forse, in barba alla "stella gemella" di Ramazzotti, l'essenza dell'Amore si nasconde fra le palpebre di un remotissimo Cigno dalla pupilla di cobalto e rubino.

                                        

                                             Wizzy la bella anatroccola e il Cigno

                                     

giovedì 15 agosto 2013

Fra i sassi bruciati dal sole

Accanto all'acqua,due bimbi in costume. Lui tutto intento a frugare gli scogli,come fosse il lavoro più serio al mondo. Lei assorta in un'adorabile vaghezza del tutto bambina.
"Dammi il retino" dice lui,tendendo la piccola mano impaziente verso la compagna di caccia al granchio,che balbetta e spiega :"Ma...non mi avevi detto di portare il retino...".
Lui è rosso d'indignazione mentre si volta di scatto e sbotta :"Ma che razza di fidanzata sei?!".
Un uomo e una donna ; qui come altrove. Come duemila anni fa. L'eterno conflitto che diventa emblematico in quest'arido scenario d'agosto,fra i sassi bruciati dal sole.

lunedì 1 luglio 2013

Il forestiero

Il camposanto di Lavagna è forse il più suggestivo del levante ligure; lo chiamano "la mini Staglieno".
Lungo il viale piastrellato, arcangeli dai bicipiti marmorei contendono la scena a distinti signori in doppiopetto e legittime consorti, a Lords per sempre piccoli e a bianchissime beatrici soavenmente tristi ; mentre tutt'intorno s' innalzano superbe le guglie delle cappelle di famiglia,a serbare intatta l'immobile maestosità del luogo.
Ed ecco, un frullio d'ali e frasche; una piuma veleggia lieve per scendere poi a chiosare un'iscrizione tombale,come una virgola nera. Mi accosto alla siepe e guardo: il forestiero è un merlo,con l'occhietto sgranato nella trama fitta del fogliame e il cuore che pulsa veloce nel gozzo contratto di paura. Paura di perdere la vita e il suo gran becco giallo. D'un tratto è il più bello qui dentro.

mercoledì 16 gennaio 2013

8

La prima volta fu versione portachiavi. La vidi oscillare lievemente dal cruscotto di una fiammante Harley Davidson,quasi mimetizzata nel nero lucido della carrozzeria,se non fosse stato per quell'8 bianco che sembrava quasi ammiccare a un eventuale ladro: il biker aveva dimenticato le chiavi nella moto.
Da allora la ritrovai in molte fogge : ciondolo, pelouche, accendino, biglia, timer da forno, caramella, accessorio per cellulare o auto...persino versione audio cuffia,una metà per orecchio.
Ma non l'avevo mai compresa : perché proprio la numero 8, e non qualunque altra fra le sue quattordici ben più allegre e colorate sorelle?
Al centro del triangolo come l'occhio di Dio, la palla da biliardo numero 8 viene fatta roteare per scaramanzia dai giocatori a inizio partita. Poi la "spaccata". E mentre sul panno verde (o blu) si intrecciano mille traiettorie,di lei quasi ci si dimentica. Eppure basta mandarla in buca nel momento sbagliato per perdere, e in quello giusto per vincere ; spesso indipendentemente dall'abilità e dalle strategie di gioco.
Con la sua discreta ma decisiva presenza, essa è la zona d'ombra che all'improvviso svela, in accordo col significato dell'8 esoterico, le infinite eventualità celate dietro ogni angolo dei nostri piani prefissati, delle nostre mosse calibrate. E' l'imprevedibile destino che cerchiamo di addomesticare sotto le rassicuranti quanto mentite spoglie dei più svariati oggetti di uso comune ; ma pur sempre fedele a sé stesso. Come quando ammicca sornione da un portachiavi dimenticato nel luogo e nel momento più inopportuni. Per distrazione, o anche per fatalità.

                      Wizzy e il biliardo