martedì 24 settembre 2013

D'autunno

Alle 9.42 era già autunno,sebbene le canottiere dei podisti sul lungofiume protestassero uno scampolo d'estate. Ma i colori non tradivano: l'ambra e l'oro di un'età in languida resa.
Con la testa leggera come un armadio in cambio di stagione,camminavo sulla via dei miei passi lungo il sentiero di acacie e betulle. Ho dato il pane alle anitre. Ho seguito il volo di un bombo in controluce. Mi sono seduta sulla riva, ma senza attendere - come nel proverbio cinese - di veder passare il cadavere del mio nemico,perché non ho nemici :ho rifiutato le richieste di inimicizia nel social network della mia anima,e cammino spedita.
All'attraversamento c'era un cagnetto al guinzaglio,e sembrava il Fortunadrago :le orecchie il pelo le zampe la coda,tutto uguale a Falkor,il soffice amico di Bastian ne La storia infinita . Anche il naso era quello,persino l'espressione bonariamente ironica. Gli mancava giusto la parola,e la parola era:"Già..". Già,i Fortunadraghi esistono,adorano inseguire palline, qualche volta fanno pipì nelle aiuole e parlano(di tanto in tanto) solo alle persone felici.

                          

                                              Wizzy e Passiflora in gita a Fantàsia

                                 

1 commento:

  1. Hai una vena poetica molto forte..mi piace moltonquesto tuo scritto..mi ci sono immersa completamente

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